I mali che lamentiamo si somigliano tra loro. E infatti, molte delle persone che arrivano al mio studio, si sentono bloccate. Ma cosa significa?
Essere bloccati può significare molte cose.
Mi sento bloccata quando muovendomi avverto una rigidità che mi fa sentire pesante e goffo nei movimenti. Ma mi sento bloccata quando rimugino sulle cose, freno il mio slancio verso persone o situazioni cercando di essere troppo razionale e sacrificando la spontaneità. Mi sento bloccata quando vorrei fare delle cose, ma una convinzione interna me lo impedisce, mi sento bloccata quando l’ambiente intorno a me è troppo pieno, mi sento bloccata quando rimango in relazioni che non mi danno più nulla, mi sento bloccata quando mi manca l’aria ma non ne entra più, mi sento bloccato quando ho un peso sullo stomaco.
Se ci blocchiamo, noi ci impoveriamo.
Ci sono 1001 modi di sentirsi bloccati. A livello fisico, emotivo o mentale.
Ciò che è importante è tornare a fluire, perché quando ci sentiamo bloccati, in realtà quel che si blocca è il naturale scorrimento della vita interna, che è il nostro nutrimento. Un esempio pratico per intenderci: se io faccio respiri superficiali e corti tutto il giorno, il mio diaframma sarà un po’ rigido, il movimento dei miei polmoni limitato e il pompaggio al cuore poco generoso. Probabilmente la circolazione sanguigna avrà poco sprint, arriverà poco alla periferia, sentirò freddo, magari soffro di crampi ecc. Allo stesso modo anche quando a bloccarci non è un atto come il respiro per esempio, ma un pensiero, una convinzione o altro, ecco che le conseguenze si estendono a molteplici ambiti della mia vita. La mia vitalità si impoverisce, la mia vita si impoverisce.
Non crogioliamoci, che è peggio
Il peggio dell’essere bloccati è credere che quella sia una condizione caratteriale, legata all’età, alla collocazione geografica, legata agli astri, insomma una condizione immutabile. E da lì si comincia con il “pessimismo cosmico della lamentela”. Facile poi trovare nuovi adepti, nuovi colleghi, nuove argomentazioni dietro cui nascondersi.
Ma quello della lamentela è un vicolo cieco da cui non si esce.
Il cambio di prospettiva
Ciò che ti salva la vita è un cambio di prospettiva. Riconoscere che essere bloccati induce a vedere le cose sotto una certa luce, aiuta a capire che possiamo fare qualcosa, agire su di noi per cambiare la situazione. Ad esempio tempo fa una cliente è tornata da me per una tensione diffusa a carico di spalle, collo e schiena che durava da troppe settimane. Ben presto emerse che il fastidio era cominciato a partire da un cambiamento in ambito lavorativo, che a lei non piaceva molto. Dopo qualche incontro tornammo a parlare del lavoro e lei mi disse che la situazione era migliorata, che riusciva a sentirsi più distaccata, a vedere le cose più da lontano e che quella distanza le permetteva di farsi scivolare addosso alcune cose.
L’ atteggiamento al lavoro era cambiato, non perchè nulla fosse mutato al lavoro, ma perchè lei era riuscita a vedere, accettare e riconoscere la situazione e questo rendeva più facile mettere in campo capacità adattive alla situazione stressante.
Era bastato sbloccare una condizione di fissità che si era cristallizzata nel corpo e nella mente per far sì che l’energia e le possibilità scorressero, creando condizioni differenti.
Le zone del corpo più colpite:
- Collo e testa
- Articolazioni
- Diaframma
- Dolori generali che migrano
Le conseguenze dell’essere bloccati:
- loop e situazioni fisse (succede sempre a me!)
- rigidità (si instilla una convinzione e mi aspetterò sempre che vada così)
- senso di limitazione e impedimento (mi sento costretta e priva di libertà per colpa di altri o delle situazioni)
Dunque i passi necessari a sbloccare le situazioni sono:
Muoversi (fare disordine, mettere tutto all’aria, andare oltre la confort zone)
Saltare a suon di musica, il respiro si muove e circola energia.
Automassaggio
Camminare (riporta la mente nel corpo, ovviamente se porti attenzione al passo, al respiro al pompaggio del piede sulla terra. Se invece stai con la testa per aria non conta nulla!)
Cambio di prospettiva (vedere quali altri possibilità ci sono mettendo in discussione il mio punto di vista)
Sperimento nuove possibilità (sperimento la sensazione di nuovi orizzonti, mi osservo in questo e creo un nuovo apprendimento).
Come ti sentiresti se…?
Cosa pensi che accadrebbe se…?
Sfidarsi a creare nuove possibilità.
Lo Shiatsu è un potente strumento di riequilibrio energetico, un ottimo punto di partenza per rimettere in moto risorse interiori. Unito alle tecniche del Coaching trasformi blocchi e tensioni in nuove possibilità!