Inverno e non fare
L’inverno è forse la stagione più contraria all’energia e alle aspettative di una società votata al fare e all’agire. L’energia dell’inverno è quella del riposo, dell’attenzione direzionata all’interno per nutrire, in previsione dello slancio primaverile. Non è pigrizia, coincide con il prendersi cura di ciò che rafforza le fondamenta.
Ho a lungo frainteso il non fare, considerandolo quasi una perdita di tempo, ma studiando la Medicina Tradizionale Cinese, sono riuscita ad integrare la stagione dell’inverno nella mia vita, fino a rendermi conto che questa è quasi la più produttiva, ma in un modo nuovo, diverso dal concetto di fare che avevo sempre conosciuto.
Non fare è vedere
Nel non-fare dell’inverno accade che vedi quel che c’è.
È una sorta di “momento inventario” in cui ti accorgi di quel che hai a disposizione, porti l’attenzione a quel che sei, quel che ti circonda, ti accorgi di cosa ti nutre ma anche di cosa ti impedisce di procedere.
Anche nell’intraprendere nuovi progetti, ho imparato che se non integravo l’approccio calmo dell’inverno, in realtà non sarei mai arrivata a partire, proprio perché “dove vai, se non sai dove sei?”.
Un po’ come nelle mappe che si trovano negli spazi grandi come i musei, per esempio, che ti aiutano ad orientarti. Quel che cerchi, prima della destinazione, è proprio da dove parti, il famoso VOI SIETE QUI ↘.
Vedere per crescere
Imparare a vedermi per me ha significato cominciare a darmi valore. Imparare a vedermi è stato l’atto più onesto che abbia fatto nei miei confronti. Ma soprattutto imparare a vedermi ha significato costruire il trampolino per ogni mio nuovo lancio.
Imparare a vedermi mi ha insegnato la gratitudine, a non dare nulla per scontato. Mi ha insegnato a riconoscere chiaramente il mio confrontare ciò che è, con ciò che dovrebbe essere, una deriva che mi ha portata spesso al giudicarmi inadatta o manchevole. Ho imparato a rispondere “no grazie!” al mio giudizio, cominciando a pianificare il mio miglioramento, ma non prima di essermi riconosciuta il grande merito di essere arrivata dove sono. Qui. Ora, appunto. Ovunque io fossi. Perché è proprio da lì e solo da lì che posso cominciare a edificare e impegnarmi. Solo da lì. Ora. Adesso. In uno spazio calmo che mi permetta di farlo. l’Inverno per esempio…
Piacere di conoscerti, rigidità!
Nel mio studio con lo Shiatsu faccio proprio questo. Accompagno le persone nel vedere le loro tensioni e le rigidità da una prospettiva differente, l’occasione per imparare qualcosa in più di se stessi, utilizzandole proprio come risorse anziché come problema.
E questa è la vera rivoluzione, guardare con curiosità all’espressione del nostro corpo, non solo per giudicarlo a partire da come pensiamo che dovrebbe essere, ma per riconoscere dove siamo. Qui e ora.
Il corpo è la più grande àncora al momento presente. Usiamola!