Corpo e Mente all’azione
Questo progetto nasce dalla mia esperienza nell’ambito di Shiatsu, Educazione Somatica e Coaching, è un lavoro, quindi, che integra la tecnica manuale e corporea con la tecnica verbale e paraverbale.
Scopo
Lo scopo di questo lavoro è quello di imparare a portare l’attenzione alla propria interiorità utilizzando sia il corpo che la mente, riuscire a porre momentaneamente da parte il resto, guadagnando così lo spazio per noi stessi.
In questo nuovo spazio riflettere sul concetto di benessere, individuare i propri bisogni e necessità ed avviare un processo trasformativo che conduca ad acquisire nuove abitudini funzionali.
Nella mia esperienza, ho avuto modo di constatare che il cambiamento è un processo più facile ed armonico quando coinvolge insieme corpo e mente. Quando corpo e mente lavorano insieme si verifica un allineamento interiore che permette alla persona di sentirsi presente a se stessa, più focalizzata e attenta. Quando questa condizione si verifica, aumenta la capacità di percepire il proprio corpo e le proprie esigenze, diventa più facile osservare i punti di forza o i comportamenti ricorrenti, si è più focalizzati su ciò che si vuole veramente, sui propri pensieri e sentimenti. Creare la connessione mente corpo significa porre le basi per osservare prima e applicare il potenziale della trasformazione poi.
Il nostro cervello
Il nostro cervello è suddiviso in tre parti (rettiliano, limbico, neocorteccia) ed elabora i dati sensoriali con cui viene in contatto attraverso due vie, la bottom up (dal basso verso l’alto) e la top down (dall’alto verso il basso).
Top down è la modalità per cui se vedo un fiore lo etichetterò sulla base delle mie conoscenze su quel fiore, prevedo di conoscerne l’odore, in poco tempo si attiverà nella mia mente un collegamento tra quel fiore e altre esperienze passate simili.
Quando invece l’esperienza di quel fiore la vivo nella modalità bottom up ecco che allora non andrò nella generalizzazione. Rimanendo nel momento presente annuserò quel fiore, noterò particolari sfumature nel suo colore, mi accorgerò delle caratteristiche di QUEL FIORE
La differenza tra le due modalità sta proprio in questo:
- nella prima il livello di attenzione è basso, sono più nei dati della mia testa ed emergono generalizzazioni, più simili a giudizi che non ad esperienze
- nella seconda invece sono nel qui e ora, con mente non giudicante e curiosa, esattamente come quella di un bambino.
Il corpo è lo strumento del qui e ora
Noi raccogliamo informazioni dall’ambiente attraverso i nostri sensi, che non si limitano più solo ai cinque da sempre noti, ma sono stati integrati dagli studi su propriocezione e interocezione che vengono definiti come sesto senso o felt sense, ossia “i sensi del sentire a partire dalle stimolazione che arrivano dall’interno e dall’esterno”.
Questo sesto senso è davvero un modo nuovo di percepirsi, ma va allenato. Sappiamo infatti che il cervello è in grado di processare una parte davvero ridotta degli stimoli che il corpo riceve e sulla base di questi ricostruisce una visione della realtà. Allenare il proprio sesto senso significa imparare a raccogliere nuove informazioni che rendano più personale l’esperienza, fornendo una ricchezza di contenuti che rimanendo solo a livello cognitivo andrebbero persi.
Il mio lavoro mira dunque a creare un percorso che parte proprio dall’esperienza e l’esplorazione del corpo attraverso la tecnica manuale e corporea, per arrivare quindi alla consapevolezza e al progettare nuove azioni e trasformazioni attraverso il Coaching.
I passi di questo processo
1) CREARE LO SPAZIO
Anzitutto si tratta di comprendere che cosa vuoi raggiungere definendo dove ti trovi nella relazione con il tuo corpo, come lo vivi e come questo ti condiziona nella quotidianità.
2) ASCOLTARSI
Cominciamo quindi la fase di esplorazione del corpo orientata all’ascolto di sensazioni, emozioni, pensieri ecc, con attenzione all’ambiente interno e quello esterno, in un dialogo continuo tra il te e l’ambiente circostante.
3) ACCOGLIERE
In questa terza fase si passa a riconoscere quello che è emerso dall’esperienza, per capire cosa farne e come usarlo. L’auto osservazione nell’esperienza corporea ti permette di definire meglio te stesso, di riconoscere le cose così come sono,
di individuare piccoli cambiamenti che si sono verificati e come questi hanno condizionato l’esperienza stessa
4) APPRENDERE
Ora si cominci a metabolizzare la nuova consapevolezza emersa per decidere cosa salvi e cosa lasci andare, cosa è utile o meno, cosa hai imparato di nuovo di te e come vorrai utilizzare la nuova consapevolezza.
5) ORIENTARE
Ora passiamo all’azione!
Cominciamo il lavoro di messa in pratica di ciò che hai scoperto di te, per pianificare piccoli passi che ti conducano al cambiamento desiderato. In questa fase lavori per rendere concretizzabile il nuovo apprendimento alla luce dell’obiettivo iniziale.
I vantaggi dell’ascolto del corpo
Per quale motivo dovrei decidere di imparare a sentire il mio corpo?
Perché vivere lo stato di presenza significa interrompere molti degli automatismi che governano le nostre giornate e cominciare a vivere davvero presenti.
Significa smettere di:
- reagire impulsivamente alle situazioni,
- innervosirsi per piccole cose di cui poi a posteriori riconosciamo la banalità,
- essere condizionati da come ci svegliamo al mattino.
- procrastinare aspettando che sia il momento giusto
- pensare di non avere tempo
ma significa anche imparare:
- ad accorgersi di quanto non siamo mai contenti
- di quanti pensieri giudicanti abbiamo in testa
- fare attenzione ai propri meccanismi e processi interni
- a essere compassionevoli
- la differenza tra “accettare” e “arrendersi”
- e milioni di altre cose e vantaggi che la presenza può insegnare.